Quando dici Brasile, immagini il suono del surdo, solari e sfrenate samba o le voci morbide come velluto sostenute da flebili note di chitarra, talmente lente da “tirare indietro”, della bossanova. La scuola di Jobim, Veloso, Buarque, Gilberto, De Moraes (mi fermo perchè potrei rischiare di non smetterla piu’) nel suo piu’ recente lavoro “O Deus que devasta Mas Tambem Cura“si sente tutta, sia chiaro: ma il Brasile di Lucas Santtana ha fatto suo, in una perfetta sintesi con la musicalità della terra nella quale il disco stesso nasce, il suono schizofrenico, frenetico e rarefatto della più moderna scena europea. A tratti le note evocano i migliori cantori della saudade carioca per poi improvvisamente passare a ritmiche sincopate degne dei piu’ recenti Radiohead.
Disco curatissimo negli arrangiamenti, con suoni elettronici, magistralmente minimali, e improvvise orchestrazioni tra la musica classica e il post-rock. Sono certo che Santtana deve tanto alla scuola dei grandi, ma altrettanto sono convinto, che la sua produzione ambisce, pur riconoscendo l’enorme patrimonio costruito dai suoi predecessori, a scrollarsi il tutto di dosso per arrivare a scrivere un nuovo capitolo nella produzione artistica del Brasile. E Lucas Santtana è solo uno dei tanti artisti che stanno tirando fuori delle produzioni eccezionali. Fatevi un giro qui: http://www.amusicoteca.com.br/ e qui http://www.hominiscanidae.org/ dove tra l’altro trovate molto materiale in free download. Buona musica
Da non perdere il suo live. Il 15 luglio a Roma Incontra il Mondo, Villa Ada.